Descrizione
Premessa
All’inizio di Il museo della resa incondizionata la scrittrice croata Dubravka Ugrešić scrive: «L’album è un’autobiografia materiale, l’autobiografia è un album verbale».
In entrambi i casi, album e autobiografia, ci si sta confrontando con quella che sempre Ugrešić chiama «tecnologia della memoria», vale a dire la base di quel delicatissimo processo che è raccontare la propria storia. Un processo nel quale il canonico album delle foto gioca un ruolo ben preciso: innesca il ricordo, lo nutre, conferma una serie di presupposti: ribadisce ciò che della nostra storia, e della nostra storia familiare, consideriamo noto e indiscutibile. Tra quelle pagine, come una precisissima cartografia del passato, riteniamo che riposi il senso di ciò che siamo.
Cosa succederebbe allora se del nostro album immaginassimo di fare un uso diverso? Non più strumento funzionale al consolidamento e alla condivisione di una memoria privata, bensì un dispositivo che serve a rivoluzionare abitudini percettive e punti di riferimento mescolando autobiografia e invenzione narrativa. Cosa succederebbe, quindi, se ciò che percepiamo come nostro diventasse estraneo, se il ricordo più nitido si facesse poroso assorbendo al proprio interno l’inaspettato? Cosa succederebbe, in concreto, se per esempio in un nostro ritratto di famiglia facesse di colpo irruzione uno sconosciuto o se figure della nostra storia personale, separate dal tempo e dallo spazio e dalle circostanze, trovassero all’improvviso la possibilità di incontrarsi?
Album è un percorso didattico che esplora le forme della narrazione autobiografica, assumendo l’autobiografia in tutta la sua complessità e in tutta la sua naturale ambiguità. Un esercizio dopo l’altro, concentrando l’attenzione sulla memoria e sull’immaginazione, sulla storia dei nostri corpi, sugli oggetti, sui luoghi, sui legami familiari, sulle vicende sentimentali, sul desiderio e sulla sua negazione, sugli stati d’animo macroscopici e su quelli più minuti e sfuggenti (per i quali sembra non esista linguaggio in grado di descriverli e che pure sono i più determinanti) – e dunque su tutto ciò che fonda e determina la nostra esperienza e il nostro sguardo sul mondo -, Album vuole essere un modo per interrogarsi, nel concreto della scrittura, su quel fatto – all’apparenza ovvio ma in realtà eternamente enigmatico – che è una vita umana.